“Eppure questa scena l’ho già vista”, cosa sono i dejà-vu?

Benritrovati! E’ davvero un piacere tornare a scrivere per voi!

Vi premetto che tengo molto a questo tema e a questo post.

L’avevo scritto a luglio, ma ho voluto aspettare e documentarmi ancora un po’, ho fatto bene, l’argomento è molto vasto e lo premetto..non è per tutti, è per pochi, è per chi crede, come me, che non siamo arrivati su questa terra con lo scopo di lavorare, pagare le bollette e andare in vacanza qualche settimana l’anno.

Bene! Ci sei ancora?

Allora cominciamo:

Negli ultimi due anni, sono accaduti avvenimenti intorno a me che non sono riuscita a spiegarmi razionalmente, amici che non avrei voluto salutare così presto e che mi hanno lasciato una domanda, che si è fatta sempre più insistente.

Perchè sono qui? Cosa devo fare nella mia vita? A cosa sono destinata?

Bene, a dicembre ho portato il mio bimbo dall’osteopata e parlando con lei, che si occupa anche di imprinting della nascita, ve ne ho già parlato, mi ha spiegato che ognuno di noi arriva in questa vita con un tema.

Io non avevo afferrato bene cosa fosse il tema, neanche dopo aver concluso il corso sulla nascita e l’imprinting.

In realtà è semplice, il tema è l’obiettivo che ognuno di noi ha in questa vita.

Questa vita che stiamo vivendo è come se fosse un sogno, all’interno del quale ci siamo posti come obiettivo il raggiungimento di una consapevolezza, che sia l’accettazione, il perdono, la sofferenza, sperimentare il dolore, la malvagità (sì, non sono tutti nobili!).

Il risveglio dal sogno è la morte, a seguito della quale potremo sperimentare un nuovo sogno che permetterà la maturazione della nostra anima.

Stiamo parlando di reincarnazione, sì!

Ogni vita che noi viviamo è un tassello del puzzle della nostra Vita, intesa come la Vita della nostra anima, che quindi deve intendersi molto più a largo spettro rispetto a come siamo soliti intenderla.

Il nostro puzzle si completa a consapevolezze acquisite (temi di nascita) e dobbiamo intendere le nostre singole esistenze come delle prove da superare per raggiungere un obiettivo.

E qui mi si spiega l’affermazione:

“Chissà cosa ho fatto di male nell’altra vita?!?”

l’avete mai sentita?

Io tante tante volte e l’avevo collocata nel cestino della mia mente come si fa con “Andiamo al cinema sabato?”

Il concetto di reincarnazione, per quanto sgranerete gli occhi tra poco, esiste da 3000 anni e può essere riconducibile sia alle filosofie occidentali sia a quelle orientali.

La teoria è che l’anima tornerà o si reincarnerà in numerosi corpi fisici, in numerose dimensioni fisiche, al fine di ottenere una certa comprensione o raggiungere un certo livello di coscienza.

Adesso vi metto un po’ più tranquilli, perchè lo so che a volte il nome di un genio che sostiene qualcosa di “mistico” ci mette più a nostro agio, Einstein, sì proprio lui, formulò la teoria dell’energia, la quale non può essere creata o distruttta, ma si limita a spostarsi in un’altra forma.

Ma come avviene?

Documentandomi, ho scoperto che ci sono teorie che sostengono che le fasi evolutive della nostra Vita partano dal regno animale fino a sperimentare la Vita come uomini.

Ogni singola vita va a completare la Vita di ognuno di noi, così è spiegabile la differente durata del percorso di ognuno di noi.

Sembra che maggiore sia la maturazione dell’anima in termini di consapevolezze acquisite, maggiore sia la durata della vita avendo la capacità di sperimentare di più.

Mi rendo conto, io per prima, che quello che sto riportando è forte e anche un po’ scomodo, ma personalmente lo trovo maggiormente giustificabile rispetto a quello che la vita mi offre, perchè davvero esistono situazioni ed esperienze razionalmente inspiegabili, che rispondono alla domanda “perchè proprio a lui/lei/me?”

Secondo alcuni studi, ancora prima di arrivare fisicamente su questa Terra, ognuno di noi ha scelto preventivamente alcune coordinate del suo cammino, come i nostri genitori, i nostri fratelli, le persone che frequenteremo, le scuole e anche alcune delle situazioni che vivremo.

Ogni nostra scelta è parte di un grande progetto, molto più ampio, che va ad intersecare altre scelte e altri obiettivi.

Vi è mai capitato di guardare un viso e pensare “mi è familiare!” oppure  in un luogo pensare “eppure io qui ci sono già stato” oppure in una situazione vi siete mai detti “è come se l’avessi già vissuto questo momento!”.

Sì, a me è capitato parecchie volte e questa cosa mi affascina un sacco!

Da alcuni studi fatti sui bambini, i quali hanno un ricordo più vivo del loro “prima di essere qui” e una mente meno condizionata dalla razionalità, è emerso che le scelte compiute, prima della nostra nascita, sono state fatte sulla base di visualizzazioni e queste ci porterebbero a pensare di aver già vissuto quel momento, oppure ancora di persone riconducibili a vite passate, ecco spiegati i dejà-vu!

Esiste in noi una memoria, che non ci è dato scoprire completamente nei contenuti, celata per non far deragliare completamente il nostro treno, che quindi non raggiungerà mai il grado di consapevolezza tale da farci scoprire in anticipo quando il nostro viaggio si interromperà, perchè in fondo chi di noi accetterebbe la fine così come è stata formulata?

Chi non tenterebbe di cambiare il finale?

Io sicuramente 😉

Detto questo, alcune persone potrebbero chiedersi:

“Come è possibile non subire passivamente la vita se tutto è già stato scritto?”

La mia risposta è che il destino, le nostre scelte iniziali, ha stabilito cosa apprendere e perchè, mentre il libero arbitrio ci consente di decidere come e quando.

Il destino di una ghianda è quello di diventare una quercia, ma in quale modo lo diventerà non è ancora stato deciso.

Quindi…

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Tutto questo mi ha portato ad una riflessione, la mia, ma penso anche la vostra vita è fatta di accadimenti, a volte piacevoli, altre no, e pensandoci bene ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa, a volte sono stati proprio i più brutti ad avermi forgiato e ad avermi fatto tirare fuori il meglio, perchè tutti possediamo la capacità di far fronte alle difficoltà e di attraversare le tempeste senza ombrello e bussola, sentendosi a volte persi, altre soli, altre però forti come non mai.

Le difficoltà, le perdite ci insegnano a farcela, ognuno alla sua maniera, chi con il sorriso, chi con il viso indurito dalla fatica, altri con il pianto, ma tutto è ancora nelle nostre mani, chiudo con una citazione che ho letto da qualche parte, diceva più o meno così:

“La nostra vita è influenzata per il 10% da quello che ci accade e per il 90% da come noi reagiamo.”

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Questo articolo lo dedico ai miei figli, sperando che un giorno possano leggerlo,

pregandoli di non accettare passivamente ciò che la vita gli offre,

facendo della loro vita il meglio che riusciranno,

senza accontentarsi, senza cedere a facili compromessi,

cercando la strada per realizzare i loro sogni, qualunque essi siano,

io sarò fiera di aver preso parte al loro cammino e li ringrazio di avermi scelta.

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